venerdì 20 gennaio 2012

U mari


Non c’è cosa simile alla grandezza del mare se non l’emozione che esso ti suscita.

E’ un emozione indescrivibile: sul mare la tua anima può finalmente volare: orizzonte liquido dove fondersi.

Stamattina i miei pensieri andavano cercando tra i ricordi di un mare in particolare, il mare della Sicilia. In questa terra meravigliosa, il mare  in alcuni punti è costellato da frammenti di terra, isole, che sembrano pietre preziose in un manto di velluto blu.

E’ proprio vero che i più grandi viaggi dell’anima si fanno in quattro mura, dove la mente non può essere distratta da ciò che c’è fuori e può vagare perdendosi in ricordi e immaginazione.

E’ un perdersi così denso, la realtà assume i tratti del sogno.

Lascio così vagare la mia mente, che  si perde e si ritrova su questo mare.

Immagino di camminare a piedi nudi sul lungo mare di un piccolo paese davanti alle isole Eolie.

Ho addosso ancora il sale della giornata di bagni, i capelli sono umidi e la sabbia disegna divertenti rivoli sulle mie gambe. Le isole si vedono in lontananza ed è quasi tramonto, il sole luccica i suoi ultimi raggi caldi, i più preziosi e intensi,  sull’acqua che li accoglie e li fa vibrare come frammenti d’oro e d’argento vivi.  Respiro, e nell’aria c’è già la frescura della notte che attende il suo turno.

Il cielo è uno sciogliersi di colori l’uno con l’altro,  i blu si fondono con i rossi ed ecco il viola, il giallo e l’arancione con il rosa e il bianco delle nuvole che si espandono, si contraggono, quasi partecipassero anche loro al ruotare della terra.

Mi avvicino a riva, immergo i piedi nell’immobile acqua, sento la temperatura, è caldissima.

L’acqua è uno specchio, in lontananza un peschereccio, la spiaggia è quasi deserta, ci sono ancora bambini che giocano e le loro mamme che cercano di trascinarli via perché oramai è ora di cena.

I gabbiani si fischiano e si rincorrono, facendo risuonare le loro grida.

Lascio andare il pareo sulla sabbia ancora calda, e piano, piano mi immergo in mare.

Io non esisto più, i miei contorni sono fatti d’acqua, i miei occhi di luce di sole.


Vorrei riportare una poesia, di una carissima persona, che vive in questo posto meraviglioso: il signor Pasqualino.

E’ il nonno di una delle mie più care amiche, una sorella per me, e qualche anno fa sono stata ospite dalla sua accogliente famiglia, ricordo sempre con gran calore quell’estate e con delizia le cene e i pranzi trascorsi insieme.

Il signor Pasqualino è secondo me uno dei più grandi poeti siciliani esistenti. Nella sua poesia c’è una realtà, una spontaneità e dolcezza  così pura a volte. Riesce a comporre poesie in poco tempo, ogni giorno non so quante ne produce! E’ una casa editrice di poesie fatta uomo, ha una fantasia e creatività e produttività incredibili. Ogni poesia la dedica ad un nipote, alla sua amata moglie, figli, oppure al mare e a tutto ciò che lo circonda.  Mi sono fatta scrivere allora alcuni versi sul mare, perché chi più di lui, che ogni giorno si affaccia e vede davanti a se questa distesa d’acqua può meglio scriverne. E così è come si ci fossimo incontrati su quel mare,  grazie alla magia delle parole. Anche il signor Pasqualino sta attraversando un momento un po’ complicato e ci siamo ritrovati aa condividere questo  viaggio a volte insieme, a farci forza. Allora, forza sempre, dall'alba al tramonto..!





M'AFFACCIU O BACCUNI E VIDU U MARI.

M'AFFACCIU A MATINA O BACCUNI E VIDU U MARI,
I GABBIANI SI VIDUNU VULARI.

L'ISULI DI LIPIRI PARUNU VICINI,
E I VADDU E MI RICODDU I TEMPI DI SARACINI.

I PISCATURI IETTUNU A RIZZA PI PISCARI,
E TANTI PISCI BONI VONNU PIGHIARI

A RIVA E' TUTTA CHINA DI BEDDI CARUSI,
OGNUNU AVI NTESTA I SO USI.

ARRIVA ALL'IMPRUVVISU NA CARUSA ROMANA,
BEDDA GIUIUSA E DI CORI SANA.

CURRI NTA BOTTA DU MARI FURIUSA,
A VADDU DI LUNTANU E DICU BIATA TU CHI ANCORA SI CARUSA.

CUNTENTA ERA E FILICI,
VADDANDU U MARI CALMU E TUTTU BENI DICI.

FINIU U TEMPU DI VACANZI,
MANCIAVA TUTTU CHIDDU CHI CERUNU NTE PRANZI.

I SO OCCHI BRILLAVUNU COMU STIDDI,
U VENTU CI FACIA SVULAZZARI I SO CAPIDDI.

AFFACCIATA O BACCUNI IDDA FACIA,
O MARI BELLU E AZZURU NA FOTOGRAFIA.

U CORI U LASSO NTO MUMENTO,
FINIU PI IDDA U SO DIVITTIMENTU.

A NA CARUSA BEDDA ROMANA,
CHI DI MIA E' LUNTANA

1901\2012

P.C.








4 commenti:

  1. Mi hai fatto commuovere, non so se ti tratti di una indotta tristezza o di semplice nostalgia. Cmq sappi che sei davvero grande Miss Feet. Spero che presto possiamo riuscire a passeggiare insieme su quelle spiagge.

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    1. Che siano lacrime di gioiosa nostalgia allora. Così come sono le mie. I ricordi sono vivi, e precedono l'estate che verrà. Un abraccio grande!

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  2. "E’ proprio vero che i più grandi viaggi dell’anima si fanno in quattro mura, dove la mente non può essere distratta da ciò che c’è fuori e può vagare perdendosi in ricordi e immaginazione."

    Questo tuo post è tutto molto intenso,pieno di poesia...Ma il passaggio riportato sopra ha sollevato un onda di brividi,che svelta come il lampo mi ha attraversato dalla testa ai piedi.
    Nulla di più vero...Niente di più diretto,con chirurgica precisione poteva colpirmi nel modo in cui ha colpito.

    Ciao Franz!

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    1. Ciao raindog, stamattina sorpresa una visione nebbiosa di Roma dall'alto e mi sono spinta a vagare oltre cercando quell'orizzonte marino. E l'ho trovato! Mi fa piacere non esserci arrivata da sola...

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