lunedì 19 marzo 2012

In partenza

Tutto cambia, tutto si trasforma sempre, ma ci sono momenti cruciali in cui sembra accadere tutto insieme, forse perchè non ce ne accorgiamo finchè non arriva quel momento che come una goccia fa trabboccare il fatidico e famossisimo vaso: ci ritroviamo allagati da tutta quell'acqua che improvissamente ci sveglia e ci riporta alla realtà.
Domani è quel giorno per me.
Mi preparo ad accogliere il cambiamento che arriverà, mi piace anche che non siamo poi mai pronti fino in fondo e qusto mi fa adorare così tanto i cambiamenti: quella sensazione di ignoto e inesplorato. Mi piace assistere ai quei momenti magici in cui sai benissimo che niente sarà mai come prima. Ci sono persone che sono terrorizzate, che fanno di tutto per non cambiare per rimanere attaccate alla loro scoglio in cui si sentono salvi e al sicuro, sentendosi in mezzo ad un mare in tempesta.
Non c'è scampo dal mare in tempesta, questo è poco ma sicuro, ma per come la vedo io, vale la pena tuffarsi e iniziare a nuotare.  Chissà che non si trovi uno scoglio molto più grande, e poi uno ancora più grande, e poi un piccolo gruppetto di scogli, ed infine un isola fantastica ed inesplorata.
Spesso ci sono infinite bracciate che ci separano da uno scoglio ad un altro, e dobbiamo arrivare allo stremo delle nostre forze, finchè tutto sembra oramai perduto. Ed è proprio quella sensazione di "tutto oramai sembrava perduto" (fase famosa in film in romanzi , che viene preannunciata prima della grande svolta), che fa apparire all'orizzonte un altro scoglio.
Stremi ed esausti, finalmente ci possiamo riposare, recuperare le forze, ma dentro di noi sappimo che non potremmo rimanere all'infinito su quello scoglio, rischio che si corre: diventare lo scoglio stesso.
Esistono casi eccezionali, rarissimi: a volte lo scoglio è già abitato. Ma non bisogna farsi intimorire, l'abitante dello scoglio può diventare un ottimo compagno o compagna di scoglio e ci sono alcuni che decidono di rimanere sullo scoglio insieme, uniti, e si avvinghiano con tutte le loro forze a quella pietra nel mezzo dell'oceano e diventano un enorme pietra unica, immobile, salda. E' commovente quando si incontrano questi grandi scogli, io non posso mai trattenermi dal commuovermi dentro di me osservando quella forza misteriosa che unisce i due viaggiatori.
Ma questo accade raramente, e poi sempre scogli si rimane in un certo senso. C'è sempre qualcosa che mi sfugge, e non sento che quelle unioni siano poi costituite su un vero intento comune, in quei casi si tratta di sopravvienza, di scegliere di fermarsi insieme sullo stesso scoglio e fondersi e diventare quello scoglio insieme. Una scelta troppo dettata dalle circostanze e dal caso(benchè io non creda nel caso, ma credo  nella scelta personale sopra ogni cosa).
Io credo che esista da qualche parte in mezzo al mare, un enorme isola, verde, ricca, piena di fiumi, lagune, animali, ed esseri umani. Sono esseri umani speciali, che hanno nuotato tantissimo nella loro vita, che mai si sono fermati al primo scoglio, neanche al secondo che hanno incontrato, e neanche al terzo dove potevano fondersi con un altra persona e diventare uno scoglio.
Credo nell'amore, credo nello scambio, ma questo può avvenire se si prende in rischio di nuotare un po' più a largo lontani dalle proprie certezze.
Sono convinta che esista una vetta inesplorata, un tempio  eretto sulla saggezza su un terreno dove poter finalmente alloggiare ed osservare dall'alto il mare in tempesta e i naufraghi che tanto nuotano in cerca della via che conduce al segreto della vita. Ma questo luogo è così lontano ancora da me.
Sognando un giorno di poter conquistare quel luogo di serenità eretto dai sapienti, eccomi così sul bordo dello scoglio sul quale sono stata per questo ultimo periodo.
Guardo davanti: il mare è in tempesta, il cielo è scuro e c'è tanto vento che quasi mi sposta.
Ma è giunta l'ora di fare questo salto. Sono stata troppo qui ferma, sento che dentro di me si è completato qualcosa e la chiamata ad andare avanti, a riprendere la chiamata è troppo forte, irresistibile. So anche che l'unico sollievo del mare in tempesta è che l'acqua poi non è così tanto fredda e si può continutare a nuotare.
Chiudo gli occhi, respiro profondamente, sento sotto i miei piedi quella roccia ferma e solida per l'ultima volta, e mi dico che sono poche le bracciate che mi separano dalla prossima.
Mi tuffo.
Domani lascio la casa in cui sono stata questi passati mesi e parto per Parigi per qualche giorno (5 giorni esattamente) con l'occasione di trovare una persona per me importante che se dovessi immaginarla in mezzo a questo mare in tempesta la immagino che nuota e non tanto distante da me.
In questa giornata di passaggio, raccolgo con me le poche cose che mi seviranno per il viaggio e scruto l'orizzonte immaginando che cos'altro mi regalerà.
Questa casa è stata così importante  è stata per questo periodo il mio scoglio, la  certezza che mi ha aiutato a riposarmi e rigenerarmi tra un ricovero ed un altro.
Lascio in  questo luogo una parte della mia anima, e del mio cuore.
Ma sono convinta che ogni volta che si lascia andare qualcosa ne arrivi sempre un altra ancora più grande importante.
L'importante è non smettere mai di nuotare.

da qualche parte laggù esiste una vetta, un luogo di serenità immutabile.



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