E con oggi si apre un nuovo capitolo di questa avventura, con il nome di “Cronache
di un Agosto sterilizzato” e che continuerà fino alle prossime settimane di
degenza in sterilità.
Stamattina sbattendo la porta è entrata l’infermiera
napoletana, con un tono di voce di qualche decibel di troppo per le 7 del
mattino, chiedendomi se stanotte mi fossi sognata Raul Bova o Raz Degan
(lontani infiniti anni luce dalle mie fantasie sessuali). Dopo avermi tramortita da questo pensiero
pieno di testosterone, forse un po’ troppo invadente, si avvicina ad un enorme macchina bianca e
verde che è rimasta silenziosa per la prima settimana, ed spingendo una levetta
l’ha messa in funzione. Con affannoso accendersi la macchina ha iniziato a fare
il suo dovere, producendo aria sterilizzata e rumore simile al motore di un
grosso peschereccio pronto per salpare in mare.
Perfetto, mi mancava soltanto il motore, adesso sono
veramente pronta.
Le giornate proseguono senza farsi sentire troppo, e
apprezzo il loro timido e discreto incedere. Mi sento protetta da questa
discretezza estiva, da questa “sospensione dai lavori”, dal cessare delle
aspettative produttive.
In queste settimane c’è la corsa all’accaparrarsi il posto
al sole, lo scoglio più vicino al
tuffo, affittarsi ogni cosa, essere li
dove bisogna essere, in quel momento, in quella festa. Ogni sera ci sono
milioni di persone che stanno aspettando una festa dove partecipare, un
occasione di ritrovarsi, di perdersi e di un po’ di divertimento. Qualcuno
andrà proprio a quella festa per cercare quella persona, contribuendo al gioco
della seduzione di sempre. Immagino cosa siano stanotte le spiagge del Salento,
le feste in spiaggia, i falò, i concerti, il caldo e i piedi scalzi. Qualcuno
ballerà sotto un vulcano sulle isole Eolie, qualcun altro, sperduto in mezzo ad
un bosco in una tenda guarderà le stelle cadere stretto al cuore della sua
amata\o giurandosi amore eterno finché dura.
C’è chi invece torna a casa magari nel sud d’Italia, (molti
anche nord e centro), dalle grandi città, per ritrovarsi coccolato e nutrito a
dovere dalla famiglia che non aspetta altro che inondare il povero o la povera
malcapitata di tutte le cure che gli ha dovuto sottrarre sempre troppo
prematuramente, ma ricordargli anche che in qualunque modo sia il modo la fuori
c’è sempre il posto della cuccagna ad aspettarlo grondante di coccole e cibo
strepitoso.
Ci sarà qualcuno che dormirà su una barca in mezzo al mare,
con solo le luci del cielo, ascoltando una musica lontana magari tra le coste
delle Grecia.
Immagino poi invece quelle famiglie da last second, che
sicuramente avranno anche loro come me la casella email intasata di newsletters
improbabili di ogni sorta di last second e avranno deciso di tentare la sorte,
arrivare così in qualche posto all-inclusive
dove possono finalmente smettere di preoccuparsi per qualche giorno del
consumarsi della vita e immaginarsi come sarebbe disporre di cibo illimitato.
E poi ci sono gli sportivi, anche loro, in fila per
accaparrarsi la loro settimana di “libertà” e di partenza fuori dalla routine,
per poi poter tornare a settembre e raccontare della loro incredibile impresa
in bicicletta tra il passo del piccolo e grande san bernardo e di quel giorno
memorabile in cui hanno avvistato un falco proprio vicino al sentiero di
campagna.
Bene forse sarò ancora sotto gli effetti del musical di ieri
sera, Mamma Mia!, che ogni volta che lo vedo mi proietta in quelle emozioni da
film americano da favola a lieto fine patinata, ma è così che mi immagino
questo Agosto, l’occasione per potersi vivere un degno lieto, non per forza
sfarzoso, ma godereccio.
A modo mio dalla mia cellula sterilizzata e sterilizzante,
che mi permette di vedere la realtà come un mix tra un film surreale e ricordi
del mio passato, mi sto godendo questo meritato agosto di sosta. E mentre tutti
occupano un qualche spazio da qualche altra parte, mi piace occupare quello
spazio invece rimasto vuoto in città e nei pensieri. Mi allargo ed espando in
questo vuoto come un enorme pozza d’acqua senza confini ed esploro ogni lembo
di nuovo territorio e imparo a stare in
luoghi spendidamente sconosciuti.
Chiudo gli occhi e scorrono nella mia mente le immagini di
Meryl Streep in Mammamia! , che ieri sera ha tanto molestato i miei compagni di
corridoi per i toni troppo alti della riproduzione e mi viene da ridere.
Immagino le loro facce inorridite nelle stanze risvegliarsi
sobbalzando nel cuore della notte ai ritmi di “You can dance, You can fly, Having
the time of your life” , oppure “Sooper Trooper”, domandandosi per un attimo se
per caso fossero finiti nel mezzo di qualche sagra improvvistata. E più immagino i balletti del musical e più
l’incongruenza con la situazione e non posso altro che pensare a come sarebbe stato
spettacolare aver assistito ad scena da musical in ospedale, uscire dalla mia
stanza, veder spalancate tutte quelle porte che rimangono tutto il giorno ermeticamente chiuse,
e sorprendere una fila di venti persone in pigiama, con tanto di flebo attaccate, uscire
dalla stanza fare una piroetta e cantando all’unisono una canzone degli Abba
con tanto di coreografia.
Un sogno.
Per oggi è tutto.
Passo e chiudo.
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colei che si occupa di tenere l'aria ben sterilizzata. |
c'è anche chi sta a casa a leggere e a pensare a come tirar fuori la parte migliore sempre. ti penso e ti mando un bacio. silvana
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