Vorrei introdurre una sezione del blog dedicata alle mie
"digressioni" filosofiche che mi piacerebbe condividere con voi oltre
alle varie peripezie di ogni giorno..
Da sempre sono stata affascinata dall'osservazione della realtà, dal
tentativo di comprenderla, ma soprattutto di trascenderla forse perché ho
sempre creduto che la libertà in qualche modo voglia dire questo. Nel frattempo
mi sono resa conto che non è possibile comprenderla, quindi di conseguenza ho
iniziato a diventare un osservatrice attenta di quello che mi stava accadendo
intorno ed ho iniziato un osservare con meraviglia senza più la schiavitù di voler comprendere.
Ho visto che semplicemente osservando, si può imparare molto.
Ho letto e studiato libri di ogni genere su questi argomenti, frequentato
corsi anche i più assurdi, e la mia fame di conoscenza ancora non si è
esaurita e quando un giorno si
esaurirà brucerò tutti i libri perché non ne avrò più bisogno e forse
finalmente allora sarò libera..:)
Nel frattempo continuo a leggere e a documentarmi, ad ascoltare, a carpire
frammenti di verità nascosti in ogni dove e metterli sotto la lente della mia
curiosità.
Beh approfitto di questo spazio che sta prendendo vita per
poter offrire a chi legge del materiale su cui mettere la
propria lente d’ingrandimento augurandomi che quello che veda possa essere
d’aiuto.
Mi piacerebbe condividere allora un argomento che per me è fondamentale: la differenza tra
dolore e sofferenza.
La comprensione di questa differenza fondamentale è una delle cose che più mi ha aiutato e mi sta aiutando
ad affrontare questo particolare periodo della mia vita, che poi in realtà
neanche mi piace definirlo così perché è vita e non c'è nulla di particolare.
Senza andare a scomodare grandi personaggi famosi e
imbalsamati, vorrei far riferimento ad un video che oggi ho trovato del vivo, vegeto e realizzato, dott.
Mario Alonso Puig che ha partecipato ad una conferenza interessantissima
organizzata da un associazione che promuove e diffonde i “saperi” della terra
tramite le esperienze di persone che sono arrivate al successo nella loro vita,
inteso per successo la loro realizzazione nella vita arrivando al risultato
senza però perdersi la bellezza del percorso. (vedi il link per info
sull’associazione, interessantissima!)
Siccome il video è in inglese e purtroppo in questo mondo
qualcuno ha deciso, che visto che ci capiamo già così poco era meglio capirsi
ancora di meno inventando così le “lingue”, e siccome non tutti hanno la
fortuna di poter comprendere bene l’inglese, vi traduco una piccola parte del
video ma che sia di spunto per la
riflessione..
Dobbiamo fare attenzione a fare differenza tra la parola dolore
e la parola sofferenza.
Il dolore (pain), è
parte della natura dell’essere umano, della natura anche biologica: riguarda la sua fragilità e la sua
vulnerabilità. Proviamo dolore non solo fisico, ma soprattutto psichico quando
per esempio perdiamo una persona cara (ma anche che perdiamo qualcosa a noi
caro), è un dato di fatto, così come proviamo dolore se ci ammaliamo: anche
questo fa parte della natura dell’essere umano e dell’esperienza umana. La
sofferenza è una cosa molto diversa. La sofferenza è cosa racconto a me stesso
del mio dolore. Se io per esempio scelgo di dire a me stesso: “non mi
riprenderò mai più da questa perdita…” ecco nascere così la sofferenza.
La differenza tra dolore e sofferenza è che il dolore può fa
parte dell’esperienza umana e, a parer mio la completa anche, ma la sofferenza
è arrecata dall’essere umano a se stesso.
Il dolore passa, la sofferenza rimane nella mente, rimane
nei pensieri e può essere molto pericolosa e immobilizzante.
Possiamo veramente scegliere di vivere liberi dalle storie
che ci raccontiamo a noi stessi perché non siamo in grado di affrontare il
dolore. Cosa accade: siccome non
siamo in grado di affrontarlo, ecco che ce ne infliggiamo altro e altro e nella
nostra mente e a secondo della "gravità del dolore", compaiono frasi tipo, “Perché proprio a me!! Ma cosa ho fatto di male.. non ne
uscirò mai, questa cosa mi rovinerà la vita..”. Sono esagerazioni, ma pensiamo
che ognuno nel nostro piccolo lo fa e non si rende conto di quanta sofferenza
in più si arreca. Pensate anche soltanto a quanto possa farci stare male il ripeterci "oggi è stata una giornata pessima!"
Nei momenti più faticosi, l’importante è non lasciare che
siano i pensieri a prendere il sopravvento ma una saggezza più profonda, quella
della voce dell’amore per noi stessi.
A volte è troppo profonda e non viene a galla, e per far si che avvenga
può essere utile tranquillizzare la mente, e questo io lo faccio con la
meditazione (non posso scrivere tutto oggi! la meditazione arriverà..pratico
l’approccio mindfulness ma ne parlerò a parte).
Insomma tutto sta nel trasformare il racconto che facciamo a
noi stessi del dolore che abbiamo provato con una comprensione più profonda e
amorevole. Io sto facendo così e funziona.
Esempio: “Ho perso questa persona, la lascio andare, fa
parte della vita”, oppure “quello che mi è successo può essermi d’aiuto per
comprendere..” oppure ancora "oggi me ne sono successe, ma non per questo mi rovino anche la serata.."
Non è un negare l’evidenza di quello che è successo, ma
saper accogliere ogni episodio della propria vita semplicemente per quello che
è.
Si potrebbe scrivere molto altro, ma rischio di essere
ulteriormente prolissa, noiosa o saccente, e poi non si tratterebbe più di “frammenti
di consapevolezze”..
Cara Fra, non fa una piega. Non è l'avvenimento negativo in sé il "problema" ma la sovrastruttura di pensieri che costruiamo. Del resto il dolore è sul momento. E può essere sconvolgente, devastante, assurdo per certi versi. Ma la sofferenza è di gran lunga peggiore, perché siamo noi a deciderne la durata. La sofferenza sta in quanto allunghiamo il brodo! E questo non significa che per farlo più "stretto" si deve far finta di niente, negare l'evidenza o nascondere la testa nella sabbia, è giustissimo quello che dici. Bisognerebbe semplicemente avere il coraggio di dare un posto e un ruolo anche al dolore e saper leggere il messaggio, l'insegnamento, che porta con sé in quel momento. Tanto se è capitato a noi è perché è con noi che la vita voleva comunicare in quel momento. in un modo o nell'altro ci riesce sempre. ed è meravigliosa per questo. TVB e continua a scrivere che mi piace leggerti :)
RispondiEliminaBello spunto di riflessione... :) ora passo a krishnamurti. Poi andrò a dormire. Se trovo qlcosa a riguardo di questo spunto la condivido volentieri... :)
RispondiEliminagrandi e opportune puntualizzazioni...i "frammenti di consapevolezze" sono i mattoni fondamentali per costruire il ponte che congiunge le due sponde...Il tuo viaggio e' il nostro viaggio e ribadisce l'inseparabilita'...
RispondiEliminaGrazie Ale! Continuo a scrivere, c'è tanto lavoro da fare mi fa piacere interessi.
RispondiEliminaE Giorgione,Krishnamurti, è uno dei pochi Maestri. Fammi sapere.
Il viaggio continua......