martedì 10 gennaio 2012

"Frammenti di consapevolezze"

Vorrei introdurre una sezione del blog dedicata alle mie "digressioni" filosofiche che mi piacerebbe condividere con voi oltre alle varie peripezie di ogni giorno..
Da sempre sono stata affascinata dall'osservazione della realtà, dal tentativo di comprenderla, ma soprattutto di trascenderla forse perché ho sempre creduto che la libertà in qualche modo voglia dire questo. Nel frattempo mi sono resa conto che non è possibile comprenderla, quindi di conseguenza ho iniziato a diventare un osservatrice attenta di quello che mi stava accadendo intorno ed ho iniziato un osservare con meraviglia senza più la schiavitù di voler comprendere.
Ho visto che semplicemente osservando, si può imparare molto.
Ho letto e studiato libri di ogni genere su questi argomenti, frequentato corsi anche i più assurdi, e la mia fame di conoscenza ancora non si è esaurita  e quando un giorno si esaurirà brucerò tutti i libri perché non ne avrò più bisogno e forse finalmente allora sarò libera..:)
Nel frattempo continuo a leggere e a documentarmi, ad ascoltare, a carpire frammenti di verità nascosti in ogni dove e metterli sotto la lente della mia curiosità.
Beh approfitto di questo spazio che sta prendendo vita per poter offrire  a chi legge  del materiale su cui mettere la propria lente d’ingrandimento augurandomi che quello che veda possa essere d’aiuto.

Mi piacerebbe condividere allora  un argomento che per me è fondamentale: la differenza tra dolore e sofferenza.
La comprensione di questa differenza fondamentale è una delle cose che più mi ha aiutato e mi sta aiutando ad affrontare questo particolare periodo della mia vita, che poi in realtà neanche mi piace definirlo così perché è vita e non c'è nulla di particolare. 
Senza andare a scomodare grandi personaggi famosi e imbalsamati, vorrei far riferimento ad un video che oggi ho trovato del vivo, vegeto e realizzato, dott. Mario Alonso Puig che ha partecipato ad una conferenza interessantissima organizzata da un associazione che promuove e diffonde i “saperi” della terra tramite le esperienze di persone che sono arrivate al successo nella loro vita, inteso per successo la loro realizzazione nella vita arrivando al risultato senza però perdersi la bellezza del percorso. (vedi il  link per info sull’associazione, interessantissima!)

Siccome il video è in inglese e purtroppo in questo mondo qualcuno ha deciso, che visto che ci capiamo già così poco era meglio capirsi ancora di meno inventando così le “lingue”, e siccome non tutti hanno la fortuna di poter comprendere bene l’inglese, vi traduco una piccola parte del video ma che sia  di spunto per la riflessione..

Dobbiamo fare attenzione a fare differenza tra la parola dolore  e la parola sofferenza.
Il dolore (pain), è parte della natura dell’essere umano, della natura  anche biologica: riguarda la sua fragilità e la sua vulnerabilità. Proviamo dolore non solo fisico, ma soprattutto psichico quando per esempio perdiamo una persona cara (ma anche che perdiamo qualcosa a noi caro), è un dato di fatto, così come proviamo dolore se ci ammaliamo: anche questo fa parte della natura dell’essere umano e dell’esperienza umana. La sofferenza è una cosa molto diversa. La sofferenza è cosa racconto a me stesso del mio dolore. Se io per esempio scelgo di dire a me stesso: “non mi riprenderò mai più da questa perdita…” ecco nascere così la sofferenza.

La differenza tra dolore e sofferenza è che il dolore può fa parte dell’esperienza umana e, a parer mio la completa anche, ma la sofferenza è arrecata dall’essere umano a se stesso.
Il dolore passa, la sofferenza rimane nella mente, rimane nei pensieri e può essere molto pericolosa e immobilizzante.
Possiamo veramente scegliere di vivere liberi dalle storie che ci raccontiamo a noi stessi perché non siamo in grado di affrontare il dolore. Cosa accade:  siccome non siamo in grado di affrontarlo, ecco che ce ne infliggiamo altro e altro e nella nostra mente e a secondo della "gravità del dolore", compaiono frasi tipo,  “Perché proprio a me!! Ma cosa ho fatto di male.. non ne uscirò mai, questa cosa mi rovinerà la vita..”. Sono esagerazioni, ma pensiamo che ognuno nel nostro piccolo lo fa e non si rende conto di quanta sofferenza in più si arreca. Pensate anche soltanto a quanto possa farci stare male il ripeterci "oggi è stata una giornata pessima!"

Nei momenti più faticosi, l’importante è non lasciare che siano i pensieri a prendere il sopravvento ma una saggezza più profonda, quella della voce dell’amore per noi stessi.  A volte è troppo profonda e non viene a galla, e per far si che avvenga può essere utile tranquillizzare la mente, e questo io lo faccio con la meditazione (non posso scrivere tutto oggi! la meditazione arriverà..pratico l’approccio mindfulness ma ne parlerò a parte).

Insomma tutto sta nel trasformare il racconto che facciamo a noi stessi del dolore che abbiamo provato con una comprensione più profonda e amorevole. Io sto facendo così e funziona.
Esempio: “Ho perso questa persona, la lascio andare, fa parte della vita”, oppure “quello che mi è successo può essermi d’aiuto per comprendere..” oppure ancora "oggi me ne sono successe, ma non per questo mi rovino anche la serata.."
Non è un negare l’evidenza di quello che è successo, ma saper accogliere ogni episodio della propria vita semplicemente per quello che è.

Si potrebbe scrivere molto altro, ma rischio di essere ulteriormente prolissa, noiosa o saccente, e poi non si tratterebbe più di “frammenti di consapevolezze”..





4 commenti:

  1. Cara Fra, non fa una piega. Non è l'avvenimento negativo in sé il "problema" ma la sovrastruttura di pensieri che costruiamo. Del resto il dolore è sul momento. E può essere sconvolgente, devastante, assurdo per certi versi. Ma la sofferenza è di gran lunga peggiore, perché siamo noi a deciderne la durata. La sofferenza sta in quanto allunghiamo il brodo! E questo non significa che per farlo più "stretto" si deve far finta di niente, negare l'evidenza o nascondere la testa nella sabbia, è giustissimo quello che dici. Bisognerebbe semplicemente avere il coraggio di dare un posto e un ruolo anche al dolore e saper leggere il messaggio, l'insegnamento, che porta con sé in quel momento. Tanto se è capitato a noi è perché è con noi che la vita voleva comunicare in quel momento. in un modo o nell'altro ci riesce sempre. ed è meravigliosa per questo. TVB e continua a scrivere che mi piace leggerti :)

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  2. Bello spunto di riflessione... :) ora passo a krishnamurti. Poi andrò a dormire. Se trovo qlcosa a riguardo di questo spunto la condivido volentieri... :)

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  3. grandi e opportune puntualizzazioni...i "frammenti di consapevolezze" sono i mattoni fondamentali per costruire il ponte che congiunge le due sponde...Il tuo viaggio e' il nostro viaggio e ribadisce l'inseparabilita'...

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  4. Grazie Ale! Continuo a scrivere, c'è tanto lavoro da fare mi fa piacere interessi.
    E Giorgione,Krishnamurti, è uno dei pochi Maestri. Fammi sapere.
    Il viaggio continua......

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