lunedì 23 gennaio 2012

La prova sociale

Spesso la gente crede una cosa solo perchè ci credono anche gli altri.
In psicologia questo si chiama "prova sociale". Ma la prova sociale non è sempre esatta.
Quando la gente è incerta su che cosa fare guarda gli altri per avere un orientamento.
Famoso l'esperimento chiamato influence riportato nel libro di Cialdini: qualcuno si mette a gridare: "Aiuto, allo stupro!". Due persone (che fanno parte della stessa messa in scena psicologica) continuano tranquillamente a passeggiare, ignorando le grida d'aiuto. Il soggetto dell'esperimento è incerto se rispondere all'appello ma, quando vede le altre due persone che si comportano come se niente fosse, pensa che quelle grida d'aiuto siano insignificanti e decide di ignorarle anche lui.

Usare la prova sociale è un modo sicuro per limitare la vostra vita: per comportarvi esattamente come tuti gli altri.
Considerate le cose nel contesto della vostra vita, guardate se hanno un senso per voi.
Osate ascoltarvi nel più profondo. Da qualche parte c'è una voce che vi dice esattamente che cosa fare.
Il successo si ottiene quando si ha la temerarietà di rompere gli schemi e seguiere quello che si crede. Nessuno può dirci cosa fare, niente può darci la conferma che stiamo agendo nel giusto.
A volte chiediamo consigli ad amici e parenti. Per quanto in buona fede essi possano consigliarci, ciò che ci dicono è sempre il prodotto della loro visione e delle loro proiezioni sul mondo.
Ascoltiamoci, abbiamo dentro di noi tutte le risposte.
E se proprio vogliamo, cerchiamo ispirazione dai "grandi".

Siamo quello che pensiamo. Tutto ciò che siamo nasce con i nostri pensieri.. Noi creiamo il nostro mondo - BUDDHA


  

4 commenti:

  1. A volte chiediamo consigli ad amici e parenti. Per quanto in buona fede essi possano consigliarci, ciò che ci dicono è sempre il prodotto della loro visione e delle loro proiezioni sul mondo.

    A volte chiediamo consigli ad amici e parenti e ci accorgiamo che essi parlano la lingua del nostro cuore, ci dicono le cose che non vorremo sentirci dire... ma che "sentiamo" che in un certo qual modo ci appartengono. Essi ci parlano come pezzetti della nostra anima, essi ci aiutano a vederci. Poiché senza l'altro nessuno saprebbe chi è.

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    1. E' verissimo, grazie per questo giustissimo contributo. Gli amici e la nostra famiglia ci conoscono e ci capiscono a volte anche meglio di noi stessi e sono pietre preziose. L'amicizia per me è un valore inestimabile. Io sono contro la troppa incertezza che ci fa a volte andare a cercare continue conferme da chi ci sta accanto. Quelle continue conferme vanno soltanto ad alimentare uno stato di "tutto va bene così". Le persone che ci vogliono bene spesso tendono a confermare soltanto quello che già sappiamo anche quello che non vogliamo sapere. Secondo me lo slancio che ci porta al cambiamento può arrivare soltanto da dentro di noi. Ti sarai resa conto che i "veri" consigli arrivano soltanto quando siamo pronti ad ascoltarli? Deve prima accadere qualcosa all'interno. Quel cambiamento a scegliere finalmente il nostro bene, oppure di cambiare lo stato delle cose può soltanto essere dettato da una forte consapevolezza di una "voce" interiore, ogni voce esterna è soltanto una "parte di noi" e non il vero Io. Decidiamo, ora, di ascoltarci.

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    2. Come si può ascoltare se stessi, in un momento di grande affaticamento, delusione, ingiustizia? Come può una persona che cerca di mantenere la calma nelle difficili vicende quotidiane, ascoltare se stesso? E come faccio a distinguere un'azione istintiva da un'azione che proviene dall'ascolto di se stesso?...Devo pensare che non sò ascoltarmi?

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    3. Ognuno ha il suo modo..Io ti posso raccontare il mio forse può aiutarti. Prima di tutto l'ascolto secondo me va coltivato. Non si può decidere un giorno di punto in bianco di fare tutto il lavoro insieme, si rischia di schiantarsi contro un muro troppo grande. E' un allenamento giorno dopo giorno. A me aiuta farmi domande del tipo: "che cos'è che mi fa star bene?", "perchè ho agito in quel modo?", "sono stata sincera?", "volevo veramente dire quella cosa?" "mi sono resa conto di chi avevo di fronte?", "che cos'è che mi fa star male? come posso descrivere quello stato d'animo?"...Non è importante trovare delle risposte più o meno giuste, ma formularsi le domande. E poi cerco di descrivere le mie sensazioni. Mi soffermo sui momenti, metto in pausa l'azione per prediligere l'essere.Mi ritaglio attimi di pausa preziosi che mi aiutano a far ordine.
      Ascoltarsi secondo me vuol dire volersi far del bene, deciderlo, qui ed adesso. Comprendere che Io sono la persona più iportante della mia vita e che se non voglio del bene a me stessa, se non mi nutro con saggezza, se non mi prendo delle pause quando sono stanca, non potrò amare nessun altro essere vivente.
      Allora cerco di ascoltarmi e comprendere quando è il momento giusto per me per fare qualcosa, se giudico troppo frettolosamente una situazione. E poi scrivere, per scrivere, parole, come un flusso di coscienza anche senza senso.. mi aiuta molto. Non che io sappia ascoltarmi ancora definitivaemnte, ma ho tutte le buone intenzioni per farlo.
      Se hai voglia scrivimi per mail, ci sarebbe tanto altro da scrivere. un abbraccio

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