giovedì 12 gennaio 2012

Magnolia


Oggi mi sono svegliata con molta calma.
Ho voluto che il risveglio fosse lento e concedendomi così di ascolatere i ritmi del mio corpo.
Sbadiglio, mi stiracchio, contemplo i giochi di luce del sole che filtra attraverso la finestra. Fuori un enorme, statuario e fiero albero di Magnolia fa capolino nella mia stanza. Ci guardiamo. La Magnolia è la mia pianta preferita, e con lo sguardo la ringrazio per esserlo. 

Ho deciso: rimango a letto finché non mi va veramente di alzarmi.
Sono oramai scesa a  terra, il galeone con i miei prodi è tornato per mare per proseguire le loro battaglie e torneranno a fine mese a riprendermi.
Ho quindi un po’ di tempo per raccogliere tutte le mie energie, rimettermi in piedi, e prepararmi per la nuova attraversata.
Sono approdata su una terra tranquilla, tutto fuori tace stamattina e non sembra neanche di stare in città. Oggi è una di quelle giornate che mia madre direbbe “finta” da quanto è bella. Che poi non capisco perché, io direi: è così bella che è vera.
Il mio humor non è proprio ai massimi livelli, scusate, mi sento un po’ vuota di energie vorrei soltanto appallottolarmi nelle coperte e poltrire all’inverosimile.
Così ho deciso di attuare un programma “poltrimento” che include il farmi finalmente una degna cultura cinematografica.
Se ripenso al periodo prima di quel fatidico 17 giugno 2011, mi vengono i brividi a pensare che non riuscivo a fermarmi neanche per guardare un film. La mia vita era totalmente assorbita da impegni, cene, aperitivi, appuntamenti.  Riuscivo a fermarmi soltanto quando ero veramente stanca oppure stavo male. Lavoravo per eventi, ristoranti e locali per guadagnare qualcosa, un lavoro massacrante fisicamente, e per devastante intellettualmente. Per quanto ce la mettessi, non ne valeva mail la pena lavorare così. A volte mi sembrava che il prezzo da pagare fosse troppo alto, mi sentivo come se mi succhiassero la mia linfa vitale.
In tutto ciò continuavo a studiare e prepararmi, nonostante mi fossi già laureata (chi è psicologo sa che non si finisce mai) e frequentavo i miei "corsi".  Ero diventata una perfetta e collaudata partecipante ad ogni corso di ogni sorta (che avesse a che fare con ricerca interioriore..ma non solo).
I corsi mi portavano a spostarmi anche per l'Italia, da nord a sud e questo devo dire non mi dispiaceva affatto.   Ho partecipato a corsi di “metodo per riscoprire la tua voce naturale”(interessante sì,  ma io non sono un attrice), corsi di pranoterapia, di biodramma, reiki, costellazioni familiari (forse una delle cose più interessanti!) sciamanesimo brasiliano, seminari di vegetarianesimo e ayurveda, yoga (ogni tipo di yoga) per non parlare di tutti i “fantomatici” guru in cui mi sono imbattuta scoprendo poi che ognuno ha il suo guru e che poi il guru siamo noi.. ah c’era anche il seminario su “il tuo guru interiore”, poi cucina macrobiotica (ad un certo punto volevo anche aprire un ristorante), filosofia vedica, sanscrito. Insomma tante informazioni,  tanta ricerca, inesorabile e incessante. Ai limiti però del maniacale. Prendevo tutto e frullavo.
Era come se dovessi riempirmi di più informazioni possibili, comprendere la realtà tutta insieme. Svelarla. Si,  ma poi?!
Era come se davanti a me avessi un grande libro, e ogni pagina di questo era un argomento e dovessi sfogliarlo tutto per avere una risposta. La sensazione era che la risposta, come al solito fosse nell’ultima pagina.
Era un incessante corsa, contro il tempo, contro me stessa.
A volte non mi stupisce molto che io mi sia ammalata e che proprio la mia gamba abbia deciso di fermarsi, come a dire “ok tesoro, io più di così non ci vengo, se vuoi vai senza di me”.
Non che io rinneghi tutti i miei “sforzi”, anzi:  questo ricercare mi ha portato a scoprire infinite realtà, ad incontrare persone fantastiche, amici di vita,  e soprattutto a stare qui adesso.
Se potessi tornare indietro forse avrei voluto sforzarmi di meno. Credo che uno sforzo eccessivo, in qualsiasi cosa si faccia non sia bene. Spesso la vita ha bisogno di essere lasciata scorrere e basta , và ascoltata.
Ecco così la mia bella dose d’ascolto, ma siccome non sono per le mezze misure, me la prendo tutta insieme che forse possa bilanciare le corse fatte negli anni passati.
Una frase che spesso dico quando racconto di questo periodo è che “se tutti si potessero fermare almeno 3 mesi nella propria vita, non ci sarebbero le guerre”, e ne sono convinta sempre di più.
In tutto ciò è già l’una e io sono ancora nel letto e ancora non mi va di alzarmi.
Osservo il sole che filtra dalla finestra di nuovo, adesso c’è un raggio che mi sta riscaldando le gambe e sento il calore che attraversa la pelle fino ad arrivare dentro le ossa.
Mi affaccio nuovamente dalla finestra, la Magnolia è sempre li, adesso ondeggia c’è un venticello impercettibile e le sue foglie si muovono cangianti sfiorandosi l’una con l’altra.
Non ci sono fiori, ma è come se ci fossero delle piccole nicchie che sembrano li predisposte ad accogliere in estate i suoi fiori bianchi. Quegli spazi sembrano messi li proprio in attesa, sono spazi sacri, e vengono custoditi dalla pianta gelosamente tutto l’inverno per poi renderli gloriosi in estate.
Vorrei fare quello che fa questo incredibile albero con i suoi fiori d’inverno: dedicare la mia apparente stasi a rendere quegli spazi sempre più accoglienti, finchè poi un giorno possano contenere i fiori: dopotutto un fiore senza la pianta intorno che vita ha?
Si, senza ombra di dubbio la Magnolia è  il mio albero preferito.
Basta però adesso poltrire, mi è venuta fame e poi ho una cultura cinematografica che mi aspetta.






10 commenti:

  1. Vorrei regalarti questa poesia, frutto della mia vita, fiorita dopo 10 anni di pratica Buddista, si intitola il Quadro del Mondo e dentro c'è tutto. Un bacio.


    IL QUADRO DEL MONDO

    Mi innamorai della malinconia
    un giorno che i sogni bussarono alla porta,
    quando l'abitudine uscì in punta di piedi
    apparvero due occhi che guardavano l'infinito
    e un viaggio lungo una vita,
    l'aria pulita entrò dalla finestra
    da dove la notte era appena uscita
    e di fiori profumarono i pensieri.

    Quando i vestiti caddero sul pavimento,
    ci sfiorammo in silenzio,
    come due papaveri in un campo di grano;
    soli, senza pensare più al tempo,
    vedemmo passare sotto al sole
    madre e figlia riparate da un ombrello,
    poi sospesi tra veglia e sonno
    sentimmo voci lontane
    dipingere volti antichi sul quadro del mondo;

    soffiò la calma di tempi lontani
    sulle colline al calare del sole,
    vecchi saggi tornaron bambini,
    e alla luce del fuoco si udiron parole;
    “c'era una volta al di là della morte,
    un posto chiamato eternità,
    dove tutto rimane sospeso,
    a metà tra sogno e realtà”;
    in fondo al cuore al di là dei ricordi,
    ci rincontreremo dopo cent'anni,
    la neve se ne andrà sempre in silenzio,
    e i fiori sui rami torneranno ogni anno.

    Negli occhi dell'ultimo istante
    si vede il bambino che aspetta di nascere,
    la sofferenza lascia il posto ai miracoli
    e la pace si posa sulle rughe del tempo,
    sotto lo sguardo di luna piena
    un pianto improvviso tra i sorrisi di tutti,
    poi il profumo di una madre
    e il calore di un abbraccio infinito,
    dipinti nel quadro del mondo.

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    1. Che emozione la tua poesia Gerry.
      Dentro c'è la vita e il suo scorrere, le stagioni, le consapevolezze, la crescita, il miracolo.
      Mi vengono in mente immagini colorate, mondi di fantasia verdeggianti. Avvolta in un velo di malinconia, ma la giusta che consente quello sguardo rivolto all'interno che fa scoprire la meraviglia dell'esistere..
      C'è il profumo dell'eterno ritorno dell'essere, veramente da brividi..:)
      Mi viene voglia di dipingere! E credo che prossima settimana inizierò..

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    2. Questa è la cosa più bella che potessi scrivermi.

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    3. :) se faccio un quadro ti mando la foto.

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  2. Mi sono reso conto che forse L'avevi già letta, ma mi è piaciuto molto questo post, e ti volevo fare un regalo, ti ho mandato il materiale via mail visto? Bacio..

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    1. Si l'ho visto e trovato molto interessante! anche se sono argomenti a me già familiari che però volentieri ripasso :) grazie...

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  3. Sai qual'e' il significato della pianta della Magnolia?
    .....
    Dignita'.
    E non e' un caso che e' la tua preferita. Continua cosi.

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    1. Grazie, mi piacerebbe vedere il significato anche simbolico e storico della Magnolia..
      Grazie tesoro..

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  4. Non lo sò se ci sia un'ultima pagina con una risposta,non sò se ci siano delle risposte,o addiritura se poi davvero si debbano cercare.A cosa dovrebbero rispondere,quale arcano dovrebbero svelare...e perchè?
    La Magnolia tua vicina di stanza ieri mattina ti ha incantato,nel suo essere così sofisticatamente perfetta ed allo stesso tempo essenziale,semplice:nessun orpello,nulla in più dell'indispensabile.Spesso anche a me,nei momenti in cui mi fermo ad osservare,sentire,vivere la natura,oltre alla costante di meraviglia che riconosco ad ogni sua espressione,capita di sorprendermi,immerso in un "taumaturgico" senso di pace.Quieto,tranquillo.L'estrema semplicità con cui ogni azione viena svolta,l'importanza vitale del particolare più piccolo,l'impeccabile equilibrio che regola le cose...Ogni sua manifestazione,anche quella a noi più vicina,ieri per te era la Magnolia,rimanda dritti all'inarrivabile miracolo della vita.
    Sarà forse che in questi momenti ci riallacciamo a qualcosa che eravamo migliaia di anni fà,prima che imboccassimo quel bivio evolutivo attraverso il quale siamo arrivati ad esser ciò che siamo ora?..Può essere che in determinati momenti,fosse anche solo per un istante,spogliamo i panni di esseri pensanti,anzi "domandanti",in cerca di pagine con risposte troppo cervellotiche?..Non lo sò.Ma quello che di certo posso dirti è che in quei momenti mi sento bene,sintonizzato nella frequenza di un'equilibrio più grande.
    Il nostro esser sempre protesi a ciò che "trascende",l'avventurarsi nell'infinito labirinto dei dubbi,le scatole cinesi delle domande che ostinati ci incaponiamo ad aprire,una dopo l'altra,sempre ed ancora....La ricerca di risposte attraverso le quali speriamo ci si possa sentire più partecipi di un "tutto"...Troppo spesso questo sforzo m'ha portato,per assurdo,al risultato opposto.Lontano,solo,inadeguato alla vita che mi scorreva accanto,se non addirittura ad essa alieno.La mente è qualcosa di incommensurabile nelle sue potenzialità,un dono meraviglioso,ma anche terrificante.
    Poi di colpo l'attenzione vira,colpita da un riflesso luminoso che rimbalza dalla tela di un ragno,o dal verde imponente di una Magnolia....Ed incantati ci scappa da ridere..
    Ciao Franz!...Uno che la mattina saluta i ciclamini sul balcone e la sera discute con le zanzare sul muro.

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  5. Quanto mi piace quando dici.. "mi sento bene sintonizzato nella frequenza di un equilibrio più grande".
    E' proprio così che mi sento sempre più spesso questo periodo. E' come se sentirsi parte di questo equilibrio più grande ci permettesse di lasciare andare piccole frequenze disturbanti che invece di distolgono dal miracolo dell'esistenza.
    E ho abbandonato così le domende troppo cervellotiche.
    Hai colto in effetti proprio tra le righe del mio post, dove c'era, ma non scrivevo, la spiegazione di perchè ho rinunciato (ma non del tutto..) quell'affannosa ricerca di risposta a tutti i costi: una volta compresa o cmq annusata, la grandezza della vita e della sua potenza forse un po' si smette di volerla spiegare a tutti i costi. E che sia quello il momento in cui si comprende davvero?
    Fatto sta che ultimamente penso che la cosa più importante realmente sia quella di come ci formuliamo le domande. Sono le domande più che le risposte la cosa che conta veramente.
    Una domanda che mi piace tanto ultimamente "cosa mi fa stare bene?"
    ti abbraccio raindog e salutami i ciclamini.

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