domenica 19 febbraio 2012

Tras-fusione

Ho gli occhi spalancati sul sangue che scende nel tubo collegato alla sacchetta di trasfusione che mi hanno appena attaccato e provo un’emozione di disgusto misto a curiosità, sto cercando da diversi minuti di far finta che quel tubo rosso è un tubo fatto di liquirizia rossa (in america famosissima e amata, noi italiani preferiamo la classic black),  che gli assomiglia per consistenza e colore. Che cos'altro altro potrebbe essere?
Il sangue precipita goccia dopo goccia all’interno del filtro che si trova tra la sacca e il tubo che arriva direttamente dentro la mia vena, con un ritmo lento, inesorabile, come quello di un rubinetto chiuso male: se faccio molto silenzio sento quasi il rumore di ogni goccia.
Ho i valori dell’emoglobina bassi, niente di cui preoccuparsi, ma per il protocollo se si scende sotto il valore 8, ti fanno la trasfusione: il mio è 7.7. Ecco perché odio i protocolli, le standardizzazioni, basta uno 0.1 in più o in meno ed ecco che ti appiccicano ad una categoria piuttosto che un'altra, e la mia questa volta è “necessaria trasfusione”. La scorsa volta mi sono rifiutata di farla, il punteggio era di 7.9, e per una ragazza di 26 anni secondo me non era necessario ed allora ho firmato per il rifiuto del trattamento: il medico non si è opposto ma mi ha guardato con un’aria perplessa,  chiedendosi forse se io fossi una Testimone di Geova (i Testimoni di Geova non possono né cibarsi di sangue né riceverlo in trasfusione, l’unico sangue di cui può nutrirsi l’uomo, secondo loro, è quello di Cristo, ma sfido chiunque a trovarne una sacca). La scorsa volta è andato tutto bene, ma questa volta “lasciamo fare a loro”, ho pensato e così non ho opposto nessuna resistenza.
Nella mia idea psico-simbolica-spirituale del sangue, è ciò che siamo ed in esso ci sono tutte le  informazioni, il nostro passato, le nostre emozioni, il nostro karma, la nostra vita. Ci vogliono all’incirca 7 anni prima che si rinnovi del tutto.  Cosa c’è di più intimo, personale del sangue? Non a caso si fanno i patti di sangue, i riti con il sangue, i sacrifici di sangue nelle antiche religioni pagane.
Il sangue è l’essenza di un essere vivente, la linfa. Ecco perché sono così restia a riceverne, forse c’è una piccola Testimone di Geova in me. Fatto sta che  questo sangue sicuramente apparterrà a qualche persona sicuramente molto diversa da me ed adesso si sta mischiando con il mio.
Chissà di chi possa essere mi chiedo, e continuando a scrutare con sospetto il tubo lo nascondo sotto il cuscino facendo finta che quel braccio non è il mio.
Chiudo gli occhi, e cerco di accogliere e basta quello che sta accadendo, alla fine, mi dico, che differenza c’è tra questo e mangiare una bella bistecca al sangue?
Inizio improvvisamente a sentire un profumo nelle narici, si percepisce appena ma è intenso: mi sembra un profumo da donna, uno di quelli che rimangono diverse ore sulla pelle e cambiano finche non rimangono diventando così l’odore di quella persona.
E’ un profumo quindi che non è più semplicemente un profumo e basta, se lo osservo mi sembra possa descrivere anche la persona che lo indossa, e mi sembra possa appartenere ad una donna sulla cinquantina o più. Immagino la sua pelle sottile del collo e dei polsi, impregnata di quell’odore. E’ gradevole, ma uno di quei profumi che non indosserei mai. E’ una donna non troppo alta, con capelli forse grigi un po’ cotonati e sempre in ordine dal parrucchiere, quelle messe in piega standard che si fanno in tutti i saloni di bellezza. Indossa un ombretto color viola, le sue labbra sono sottili, gli occhi sono un marrone intenso e sono irraggiati da piccole rughe. Mi sembra quasi di vedere i lobi delle sue orecchie, e degli orecchini d’oro che li allungano con il loro peso. Si veste abbastanza elegante, il giusto per differenziarsi, ma non troppo perché non ama apparire, anche se però la sua eleganza passa difficilmente inosservata che lei lo voglia o meno. Iniziano ad apparirmi immagini e sensazioni di questa donna, come se adesso per un momento fossi io quella donna e potessi sentire quello che sente lei. Percepisco la sua forza, determinazione: è una donna che lavora molto, realizzata, con i piedi ben piantati a terra. Sento la sua solidità, fermezza, integrità. Scorgo infine il suo sorriso, e il suo buoncuore. La immagino quando è andata a donare il  sangue, magari un giorno durante la settimana in cui ha chiesto il permesso apposta senza dirlo a nessuno, tenendosi questo segreto per se rendendo ancora più prezioso il suo gesto d’amore.
Non posso che sentirmi sollevata, sento che questo sangue, oltre che a far risalire di quel 0.1 i miei valori,  è impregnato di qualcosa che mi può far solo che bene. Sento così fondermi con questa donna sconosciuta, immaginata o reale che sia, e acquisire così anche le sue caratteristiche goccia dopo goccia.  Mi sento diversa, adesso più grande della mia età, con una sicurezza nuova ma la cosa strana è che questa sicurezza non appartiene a me. La sento dentro di me, ma non è la mia. La cosa positiva è che mi sento per terra, con i piedi, e  la mente lucida come non mai prima.
Che sia l’effetto di quel 0.1 in più non lo so, fatto sta che sento che qualcosa è avvenuto.
Ringrazio quella donna per il suo dono, per avermi permesso di nutrirmi della sua linfa, e del suo amore, per aver deciso quel giorno di sentirsi un po’ più debole per qualche ora; per avermi dato una parte di lei, e in questo caso una parte che in questo momento mi fa sentire diversa e più forte.
La prima cosa che farò appena esco da questa storia sarà quella di andare a donare il sangue: chissà se mi capiterà di incontrare quella donna, magari la riconoscerò dal suo profumo.





goccia dopo goccia.

4 commenti:

  1. Sono troppo depressa per commentare ma la prima cosa che io farei, sarebbe un viaggio al caldo. Ciao

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  2. Cara Fra, è proprio nel dono l'essenza della guarigione. E tu hai saputo coglierlo, dandogli addirittura un odore, un volto, descrivendone i particolari.
    La nuova maturità che senti è la tua, non l'hai ricevuta con una trasfusione, te la sei conquistata.
    Ti voglio più bene ogni giorno, e la linfa di questa energia d'amore che cresce è la profonda stima che provo per te. Forza amica mia! Ti tengo stretta stretta.

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  3. Onda dopo onda FranZ si rinforZa.Giorno dopo giorno FranZ si rinnova.Goccia dopo goccia FranZ si rifonde...FranZ-FuZione.

    ALLLARRREMBAGGGIO!!!

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  4. Ti leggo per la prima volta, per caso, con sorpresa. E' stato bello e continuerò.
    Joy, un ricordo.
    joyfrezza@gmail.com

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