Credo nelle pause che si susseguono fra una nota ed un’altra tra le righe di
uno spartito, sono poi quelle che danno intensità e valore alla nota che verrà
emessa successivamente. Così come il silenzio. Ho lasciato che il silenzio
riempisse un po' di spazio e così ho preferito assentarmi dal riempire gli
spazi vuoti con parole e pensieri e lasciare qualche riga di silenzio
necessaria per accogliere ciò che
sarebbe arrivato.
E' difficile trovare quell'equilibrio tra le parole e le pause, troppo
spesso cerchiamo di riempire silenzi oppure si sceglie di rimanere in silenzio
per paura di dire troppo.
Imparare ad avere il giusto tempismo è quasi tutto nella vita.
Allo stesso modo è importante la qualità dei pensieri che si riesce ad avere
durante una giornata.
Oggi mi sono svegliata, con una sensazione che mi trascino da qualche
settimana, e che prima che mi abbandoni devono spesso passare diverse ore. La
sensazione è quella di necessità di lasciar decantare i miei pensieri,
accoglierli in uno spazio silenzioso, aspettare la giusta temperatura che
permetta loro di evaporare, ma questo non sempre accade: forse perchè mi
sveglio troppo presto e velocemente oppure semplicemente perchè la temperatura
non è quella giusta.
Scegliere di recarsi in un parco di sabato mattina è una delle scelte più
gettonate a Roma, una delle città più verdi d'Europa. Io non sono per le scelte
troppo "accessibili", ma oggi è andata così.
Mi sono infilata nella mia piccola macchina da città (finalmente sono
tornata a guidare, quando mi mancava e mi chiedo perchè ci ho messo così tanto,
ma la risposta ricade nelle risposte che hanno a che fare con l'aspettare il
giusto tempo per le cose), ed eccomi così nuovamente al volante. La
fortuna ha voluto che la gamba che non posso muovere fosse la sinistra e per
guidare una macchina con il cambio automatico si può benissimo farne a meno.
I pensieri del mattino stavano ancora lì, non riuscivo proprio a
trasformarli a renderli più
leggeri ed apprezzare una
meravigliosa giornata di sole. Ho
subito acceso la radio sul canale 100.3, musica classica. Ho riscoperto la
musica classica, credo che sia l'unico tipo di musica che può magicamente
rimettere in ordine i pensieri: è come se i pensieri passino attraverso un
enorme tubo e ne escano fuori più puliti, colorati, ordinati e depurati.
Accompagnata dalle note di Bach, e dall'entusiamo per la guida ritrovata,
sono passata subito a prendere un mio amico con il quale avrei poi raggiunto
altre amiche a Villa pamphili, una delle ville più spettacolari della città
durante la settimana, ma anche una delle più popolate durante il weekend.
Appena arrivati abbiamo cercato disperatamente di posizionare il mio
enorme telo bianco, nonchè copridivano, colti dalla stessa difficoltà che si ha
quando si arriva in una spiaggia troppo affollata. In tutto ciò delle altre
amiche neanche l'ombra, sembrava che la folla le avesse inghiottite e disperse.
Inutile dire che gli interrogativi più
più frequenti che mi passavano per la mente erano in quel momento
rivolti a comprendere il perchè mi trovassi in quel posto, con un telo e il
cestino dal picnic, e nello stesso tempo
a comprendere cosa avessero in comune con i gruppi di genitori e bambini
gli adolescenti persi nei fumi di marijuana che devo dire però insieme misteriosamente formavano
un allegro connubbio: urla da una parte dei bambini che volevano far sentire i
loro bisogno primari alle madri e dall'altra adolescenti che urlavano il loro
bisogno di farsi sentire parte di un gruppo (il che a quest'età include
esprimersi senza conoscere la differenza tra una bestemmia ed un esclamazione).
Mi sono sentita tutta ad un tratto una vecchia rompiscatole che avrebbe tanto
voluto scoppiare quei palloni che si divertivano a lanciarsi con entusiamo e che ogni dieci minuti sfioravano la mia
testa, e spengere sulle loro di teste quelle dannate sigarette che fumavano
tanto per darsi un tono.
Sì: una vecchietta scorbutica,
isterica e insofferente. Mi sono ad un tratto guardata da fuori, e ho iniziato
a chiedermi cos'è che non andava in me. Dopotutto, godersi una giornata di
sole, sopra un prato fiorito che annuncia il definitivo inizio di primavera,
non dovrebbe poi essere così difficile. In quel momento invece sembrava essere
veramente una missione impossibile.
In preda ad un raptus di insofferenza, che nel frattempo avevo contaggiato
anche al mio sventurato accompagnatore, avevo deciso in quell'istante di
spostare tutto il nostro accampamento molto più in là, lontano da tutto quel
vociferare e di avventurarci alla ricerca di altre amiche che dovevano aspettarci
da qualche parte lì, in mezzo a quella folla eterogenea ma che emetteva un
unico rumore indistinto.
Spesso non basta fare silenzio dentro di sè, è necessario prorio che quel
silenzio parte da fuori ed io oggi ero convita che avrei trovato quello spazio,
ma era necessario muovermi e farlo subito.
Trascinandomi dietro il telo, il pranzo, le stampelle e tutto il resto ho
iniziato a cercare, e cercare finchè ho notato in lontananza una zona
misteriosamente vuota circondata da una bellissima famiglia di piccoli abeti.
Ho iniziato a camminare in quella direzione e più mi avvicinavo e più sentivo
sfumarsi alle mie spalle lo scenario precedente e aprirsi una nuova dimensione.
Man mano che mi avvicinavo sentivo alle mie spalle descrescere il rumore delle
voci , ma iniziavo a sentire un quasi impercettibile suono che proveniva prorio
da quella parte. Avvicinandomi sempre di più il suono diventava più nitido, ed
ecco che finalmente lo avevo riconosciuto: proveniva da alcune persone che
stavano recitanto un "Om" . Eccomi quasi arrivata, e con stupore mi
sono resa conto di conoscere da dove proveniva quel suono: erano le mie amiche
che stavano sedute, in meditazione sotto gli abeti e stavano concludendo la
loro lezione di yoga.
Ci siamo così silenziosamente sistemati alle loro spalle con il nostro
telo bianco, che adesso mi sembrava trasformatosi in un enorme bianco lenzuolo
di lino preziosissimo, in silenzio ad aspettare che finissero con la loro
pratica. "Sorpresa!", ho esclamato ad una di loro mentre in realtà quella
ad essere sopresa ero stata io.
Ci sono giornate in cui ritrovare la propria pace può essere faticoso, e
spesso è necessario però non accontentarsi delle circostanze, ed avventurarsi
oltre.
Io credo profondamente che in ogni situazione sia possibile trovare quello
spazio silenzioso, e se devo immaginarlo lo immagino così: un prato di
margherite circondato da abeti verdi.
E chissà che in quello spazio non ci siano ad aspettarci i pensieri più
belli e sereni, che magicamente prendono forma e significato nei volti delle
persone a cui vogliamo bene.
"Che bello averti qui! Ti aspettavamo!", ha esclamato una di loro,
mentre stava aprendo un tovagliolo di stoffa con dentro un piccolo tortino di
crema con degli enormi lamponi sopra.
Offrendomi di assaggiare quella prelibatezza, l'altra amica mi ha detto
"Immagina che ogni lampone sia un pensiero felice".
Ho chiuso così gli occhi, e mentre assaporavo un
lampone alla volta dentro di me sentivo finalmente nascere un enorme gioia per
la pace finalmente ritrovata
prato di margherite. |
"Imparare ad avere il giusto tempismo è quasi tutto nella vita!"
RispondiEliminaHo subito acceso la radio sul canale 100.3, musica classica. Ho riscoperto la musica classica, credo che sia l'unico tipo di musica che può magicamente rimettere in ordine i pensieri: è come se i pensieri passino attraverso un enorme tubo e ne escano fuori più puliti, colorati, ordinati e depurati.
bellissimo!
grazie Francesca...