Attraversando intervalli di tempo che diventano
sempre più lunghi, finalmente arrivata alla soglia di una nuova battaglia, mi
guardo indietro e osservo la strada percorsa.
L'entusiasmo che mi accompagnava e tingeva di
colori sempre più sgargianti la realtà intorno a me si è affievolito, e i
colori tornano ad avere le loro tonalità. Il rosso è rosso, il verde è verde e
il blu è blu. Non vedo più pallini, fiorellini, farfalle che volano e animano
tutto ciò che mi circonda (no, non mi drogo, se questa è la domanda che può
sorgere spontanea).
Oggi, soltanto per oggi, osservo le cose per come
sono.
Respiro in questi momenti di estrema lucidità.
Mi rendo conto di quanto a volte sia facile voler
vedere la realtà in un altro modo, colorarla, immaginarla diversa. Capisco
anche quanto questo possa essere pericoloso; come può essere pericoloso e
ingannevole vedere la realtà priva di colori, oppure soltanto di un colore. Io
ho sempre preferito l’effetto “multicolor”, il problema è che l’effetto passa
in fretta, e sembrano i colori essere la cosa più interessante, ci si dimentica
delle forme.
Apro gli occhi stamattina e scopro una realtà più
sobria, più consapevole, più lucida.
Forse meno ammaliante e seducente.
Guardo ancora meglio la Realtà e la vedo
improvvisamente materializzarsi sotto forma di una donna, seduta ad un tavolino
di un elegante bar, vestita con un taglieur blu molto distinto, una messa in piega
perfetta, impegnata a leggere un giornale di attualità. Emana da ogni poro
della sua pelle e da ogni suo gesto così estremamente consapevole, indizi che
fanno pensare a chi la vita l’ha attraversata. Ha qualche segno del tempo sul
viso, non è più così giovane, ma non per questo appassionata e intrigante. Se
la guardo attentamente ha un fascino magnetico, quell’eleganza che non colpisce
al primo sguardo, ma che ti fa girare una seconda volta per guardarla un po’
meglio. Quell’elegante bellezza che non si dimentica facilmente, ma che non
stordisce i sensi, anzi li affina. Ecco che improvvisamente alza la testa, rivelando
due occhi blu profondi come il mare, e uno sguardo deciso, guarda nella mia direzione e mi fa cenno di
avvicinarmi a lei. Mi sento impacciata, timida, la sua presenza però,
misteriosamente, mi tranquillizza immediatamente. Ogni cosa che fa, la fa come
se fosse la cosa più naturale al mondo, e con la stessa semplicità con la quale
adesso solleva la tazzina del caffè che sta bevendo, mi guarda negli occhi e mi
chiede : "Pensi che sia una bella giornata oggi?". Ed io imbarazzata
per questa domanda, di cui la Realtà dovrebbe sapere meglio di me la risposta,
quasi infastidita, le rispondo: "Penso che lei lo sappia meglio di me che
razza di giornata sia oggi!".
La realtà, divertita da questo mio atteggiamento,
si mette a ridere e mi risponde "Io non posso sapere cosa i tuoi occhi
vogliono vedere. Io vedo una giornata e basta". Velocemente ordina il
conto, mi saluta sobriamente, e si allontana passeggiando per le vie di Roma
con un andatura sicura e umile allo stesso tempo.
Sono esterrefatta, non capisco proprio di che razza
di realtà si tratti, mi ha lasciato sola a questo tavolino, con il conto da
pagare, un caffè che si sta freddando e come se non bastasse risentita e
infastidita. "Io vedo una giornata e basta", ma che risposta è?
Alzo lo sguardo verso il cielo che oggi è azzurro e
sembra appena verniciato, mi sento persa, la Realtà mi ha abbandonata senza
darmi una risposta ed io mi sento peggio di prima perché di nuovo ho lasciato
che qualcun altro possa aver influito sul mio umore.
Adesso non me lo posso permettere, non ora.
Lascio che tutte le mie energie si focalizzino per
mantenere un equilibrio che mi permetta di rispondermi a quella domanda e
lascio che quello che è appena accaduto mi rimanga per la testa senza una
risposta.
A volte è bello anche così.
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