sabato 4 agosto 2012

Silenziosamente

Silenziosamente torno a scrivere il blog.
Avevo quasi pensato di abbandonare (non è vero sto mentendo), ma adesso non posso continuare a non raccontare quello che di incredibile mi sta accadendo.
Questo strumento è più che altro estremente utile per affrontare situazioni che hanno bisogno di parole, per evitare che con la testa si complichino.
Quante volte ci si complica la vita immaginandosi e precedendo la realtà.
Adesso che sono finalmente ricoverata, (si finalmente, perchè se c'è qualcosa che odio e mi rende nervosa quanto aspettare senza sapere quanto per favore vorrei scoprirlo almeno posso iniziare ad aspettare senza irritarmi) e sono tornata dentro il galeone delle mille peripezie, qualcosa dentro di me si è calmato. Mi sento il sangue freddo come quello di una lucertola e la concentrazione di un monaco tibetano. Sono arrivata all'ultimo livello, mostro finale. Ho raggiunto le sembianze di un super-sayan (personaggio dei cartoni animati che cambia sembianze quando diventa più forte, in particolare i capelli gli diventano dorati, ed io adesso sono inspiegabilmente bionda), e tra poco inizio a sparare palle di fuoco dalla bocca come un drago.
Insomma, c'è da spaventarsi, sul serio.
Gli infermieri continuano ad entrare e mi chiedono in continuazione se è una parrucca, ma io continuo a dire loro che ho sbagliato shampoo ed eccomi qui: versione punkabbestia anni '80.
Ma quando si tratta di una prova finale, non c'è più spazio per i giochi, si fa sul serio.
Sonoi qui, nella stanza 725 (sempre al settimo piano, o settimo cielo come mi piace più pensare), dell'ospedale Regina Elena, che oramai da disumano che era è diventato un posto quasi piacevole dove soggiornare. Almeno per i primi giorni, poi forse alla 4 settimana cambierò idea. Per ora mi godo la sensazione di freschezza del cambiamento di habitat, di temperatura, spazio. Anche se i miei tempi di adattamento sono super veloci, qui hanno bisogno di un po' più di tempo per sentirmi a casa: d'altronde sono pochi gli ospedali umanizzati, per quanto paradossale sia.
Sono perciò pronta ad affrontare queste ultime cure, forse le più impegnative, ma che mi permetteranno di dire "adios" alla mia identità di linfomane. Sono pronta ad abbandonarla, e a riprendermi la mia (quale ancora non ho ben deciso).
Ma per farlo pare che io debba rinascere a nuova vita, hanno in programma i medici una sorta di "rinascita cellulare assistita", si chiama autotrapianto di cellule staminali, ma io preferisco il termine "rinascita". In pratica mi autoricostruisco il sistema immunitario e sanguigno da sola, con le mie risorse. Io rimango sempre la stessa, ma cancellano tutti i file. Un po' come quando si formatta un computer, si cancella tutto, ma si mantengono i programmi. Forse non è un caso che passerò il mio compleanno qua dentro, e non sono affatto triste per questo, anzi trovo che sia un occasione incredibile. Ho anche intenzione di darmi un nuovo nome, chissà se si può all'anagrafe. Continuo seriamente a crederlo, e se verrò presa per una folle che rifiuta la realtà, ben venga, intanto mi godo questa preparazione. D'altra parte chi non vorrebbe rinascere però avere già un corpo da "adulto" e non dover aspettare tutti quegli anni per permettersi di assumere una presenza fisica degna di un riconoscimento sociale?
E' tardi qui dentro, soprattuto per chi ha cenato alle sette di sera e perciò mi dedicherò all'attività più importante in tempi di battaglie: sano riposo.

super sayan

2 commenti:

  1. <3...e con il pensiero faccio un voletto al settimo cielo :)
    Paola, un'amica dell'etere

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    Risposte
    1. Allora ti aspetto qui cara amica, non si sta poi così tanto male, ma non diciamolo in giro :) <3

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