giovedì 20 dicembre 2012

Prima della fine del mondo.

Sono ancora nel mio letto, sono giorni pigri l'energia fisica è altalenante ma oggi non potevo perdermi proprio quest'occasione di scrivere.
Sento una pace profonda e intensa che mi raggiunge, sento che nonostante tutto è giusto lottare per ciò in cui crediamo, nei nostri sogni. E questo spazio è per me un piccolo sogno realizzato.
I nostri sogni sono tutti li a disposizione per essere vissuti basta con le lamentele, basta con la crisi, basta con il vittimismo. Se è vero che siamo vittime di un sistema, lo siamo ancora di più di noi stessi se continuiamo a lamentarci e non fare nulla per cambiare.
Questo 2012 ci ha fatto un regalo incredibile, grazie alla crisi che ognuno di noi ha attraversato a suo modo, ovvero confrontandosi con i limiti dell'esistenza umana: crisi economica, malattia, morte, nascita, ecc.
Grazie a queste "terribili" catastrofi, abbiamo finalmente dovuto fare i conti con un personaggio che abitava la nostra vita da quando siamo nati: noi stessi.
Quando fuori tutto crolla, l'unico posto dove si può andare è dentro di sé  e trovare proprio lì un appiglio inespugnabile. Non c'è altra soluzione.  E se dentro di noi non c'è un porto sicuro, ma una guerra in atto (come nella maggior parte dei casi), bisogna farci i conti lo stesso e seguire passo passo ogni movimento dell'anima iniziando a costruire quel porto sicuro.
Si scopre così che non esistono "fuori" i porti sicuri, che non ci sono persone, luoghi, relazioni, lavori "sicuri".
Questa opportunità di confronto non è qualcosa di scontato, è un occasione rara e preziosa di trasformazione, di conoscenza e sopratutto di evoluzione.
Per me è stato così.
La malattia mi ha permesso di iniziare a fare amicizia con me stessa.
E sicuramente non è stato facile, perché in questo processo ho scoperto anche che non mi sono sempre proprio simpatica, che ci sono parti di me che vorrei cancellare. Piano piano ho iniziato però ad accogliermi e comprendere che quelle parti sono sempre me, e che non si possono cancellare.
Fare i conti con "L'interno", è qualcosa di stupefacente, è , secondo me, l'unico motivo a parte l'amore, per il quale vale la pena vivere.
Che dalla crisi nasca una nuova opportunità, lo dicevano pure i cinesi ma penso che una cosa è saperlo e un altra è sperimentandolo vivendo.
Il cambiamento che spaventa un po' tutti, è destabilizzante, ma è un viaggio che siamo stati costretti, volenti o nolenti, tutti a fare ogni giorno quando ci svegliamo e non sappiamo bene che cosa ci potrà accadere.
Quest'anno è stato così, per tutti, non c'è persona che io conosca che non è stata messa alla prova dalla vita e che abbia attraversato qualche tipo di difficoltà.
Soltanto il fatto di vivere su questo pianeta è una sfida per molti.
Ci sono in atto più di 30 guerre in questo momento, ci sono persone che muoiono, che si ammalano, che non hanno un corpo intero e sano come la maggior parte di noi che siamo sotto questa campana di vetro, che nonostante tutto (ma proprio tutto) abbiamo un tetto sopra la testa e abbiamo un pasto caldo da mangiare. E non dobbiamo andare fino in Africa per incontrare queste realtà.
Allora ogni volta che siamo davanti un piatto di pasta caldo, che poggiamo i nostri piedi sul pavimento di casa e ci riscaldiamo sotto un piumino dell'ikea, perchè non ringraziamo? Perchè continuiamo a lamentarci e dirci "se solo avessi quella cosa potrei essere felice"?
Perché rimandare la felicità ad un momento ipotetico del futuro?
Perché non afferrarla subito, qui ed ora, in quei momenti di pace, di calma e tranquillità che nonostante tutto (lo ripeto ancora) esistono nelle nostre vite?
Solo il fatto di vivere, respirare, fare un esperienza sulla terra è qualcosa di strabiliante.
Se domani finisse il mondo, sono sicura che però molti di noi sarebbero felici, si sentirebbero sollevati dall'incombenza di "vivere" e forse anche una parte di me si schiererebbe con loro, perché "nonostante tutto", vivere è un avventura quanto strabiliante quanto faticosa.
Ma non mi arrendo così.
Mi piacerebbe invece che oggi come "giornata prima della fine del mondo", ognuno di noi si facesse alcune domande.
Se non siete d'accordo sul fatto di vivere per noi stessi e per la scoperta di quel mondo interiore meraviglioso, sicuramente lo sarete sul fatto di vivere per l'amore.
Ci sono persone intorno a noi che ci amano, ogni giorno, ci vogliono bene, pensano a noi, ci scrivono messaggi, ci mandano uno "smile" su internet, oppure semplicemente sono connessi con il nostro cuore con un filo invisibile.
Ecco io vorrei dedicare questo ultimo giorno di vita a quel filo invisibile che ci connette con chi amiamo e più in generale con tutte le persone che vivono su questo mondo, con le quali abbiamo in comune il semplice e banale fatto di vivere e respirare lo stesso ossigeno.
Anche il vicino sotto casa, che "nonostante tutto" abita a pochi metri e vive, gioisce, si rattrista, mangia, dorme, fa l'amore, proprio sotto casa nostra: anche con lui siamo collegati da un filo invisibile.
Vi regalo il mio decalogo di domande da farsi il  giorno prima della fine del mondo, che possiate prenderne ispirazione, ricordando che a volte è più importante farsi la domanda che trovare una risposta.

1) Ho detto a chi amo che lo/la amo?
2) Sono riuscito/a a sciogliere quel nodo di rabbia e rancore per quella persona?
3) Ho pregato almeno una volta negli ultimi mesi?
4) Mi sono concesso/a un ora di relax soltanto per me?
5) Ho abbracciato qualcuno negli ultimi giorni?
6) Ho dedicato tempo a immaginare come vorrei che fosse il mondo domani?
7) Ho detto "mi dispiace, perdonami" a chi ho fatto soffrire?
8) Ho aiutato qualcuno a fare qualcosa?
9) Ho notato la sofferenza di chi ho vicino e non sono scappato/a?
10) Ho chiuso gli occhi e fatto un respiro per intero?

Se ci sono domande alle quali la risposta è NO, consiglio di rimediare durante queste ore.
Ora è l'unico momento che abbiamo.
GRAZIE.




Alba senza rumore (massimo cavallari 08) Aspettiamo così la nuova alba: senza fare troppo rumore.



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