E così mi ritrovo a vivere quegli spazi di tempo ai
quali non avevo mai dato spazio e tempo e scopro tante cose.
Per esempio scopro quanti libri ho lasciato in
sospeso, aperti, appena sfogliati e lasciati nella libreria a riempire gli
scaffali.
Oppure quanta musica inascoltata e accumulata tra i
file del computer.
Faccio suonare un pezzo di musica classica per
chitarra, e apro un libro che volevo finire da tanto tempo e respiro lentamente
leggendo parola dopo parola.
Mi sento come se stessi lavorando a maglia e
facendo una bandiera colorata con tutti i resti di quello che avevo lasciato in
sospeso.
La voracità consumistica di questo sistema
implicitamente e perennemente sembra dare il consiglio e l’ordine di non
perdere tempo e di non soffermarsi troppo sulle cose e di prediligere la fretta
per arraffare il poco e misero che questa vita può offrirci, consumarlo e
gettarlo subito, prima che lo faccia qualcun'altro.
Terrificante.
E' come se non ce ne fosse abbastanza per tutti,
come se qualcuno dovesse essere tagliato fuori dal "grande gioco".
Il problema è che la realizzazione personale, lo
scopo della vita (sempre per chi crede che la vita abbia uno scopo o che abbia
senso dargliene uno), si sia confusamente trasformato in qualcosa di uguale per
tutti.
E' vero che sono "tempi difficili" e che
ogni giorno il bombardamento-lavaggio-del-cervello continua incessantemente, ma
non credo che sia questa la verità. Credo che la soluzione sta nel "darsi
una calmata" ed accettare che tutto può cambiare e iniziare a comprendere
che cosa è veramente importante. Solo in quel momento si può iniziare veramente
a “fare”.
Si può correre quanto si vuole ma non trovarsi mai
da nessuna parte.
Allora eccomi sommersa da libri, che sono un po' un
rifugio ma anche dei meravigliosi portali, a nutrirmi di lentezza e consapevolezze nuove che
a questa velocità riesco meglio a decifrare.
E' un po' come scendere da una macchina in corsa e
finalmente riuscire a distinguere le scritte su quei cartelli che sfrecciavano
velocemente ai bordi della strada.
Mi rendo conto di quanto tempo abbia perso a
correre.
Quanto tempo sia stata a pensare al tempo e a
preoccuparmene.
Il tempo non esiste se non come qualcosa di
economico, spendibile, calcolabile: è utile a fini pratici.
Ha senso in una dimensione lavorativa e di
efficienza e di produttività, ma deleterio per la dimensione di crescita
interiore.
La verità è che non esiste il tempo
"interno".
Non succede nulla, siamo tutti sospesi
nell'eternità del momento presente.
Ed è l'unico posto dove è possibile stare.
Fretta di andare dove?
Fretta di fare cosa?
Non c'è tempo per cosa?
Qual'è la vera paura? Di perdere tempo, di non
aderire al ruolo o a quell'immagine che come una fotografia statica tartassa la
mente e fa di tutto per dire "devi essere così, devi fare tutto quello che
puoi per essere questo e basta".
Devi avere un figlio, ti devi sposare, devi lavorare, devi essere, devi
fare. Devi essere qualcosa che non sei, e diventarlo altrimenti hai fallito.
Ma quanto è limitante questo pensiero?
Che cos’è che sei veramente?
Quante altre cose si può essere nell'eternità
dell'adesso?
Espandersi.
Comprendere le direzioni in cui espandersi, ed
ognuno ha la sua personalissima. Ed una volta trovata prendere quella strada.
Ognuno ci mette il suo tempo.
Non si può prendere il posto di qualcun altro. Non
si può più giudicare qualcuno perché non ha preso quel posto che noi crediamo
debba prendere, è una crudeltà, è il principio delle guerre e di tutti i
conflitti.
Ci vuole tempo "misurabile" per costruire
qualcosa che vale veramente, è necessaria una stratificazione di esperienze, di
consapevolezze di tentativi e fallimenti. Non esiste il tutto e subito, perché
bisogna attendere che i movimenti più profondi dell'anima facciano i loro
processi.
Non per questo smettere di incedere ed andare
avanti, ma andare avanti e smettere precipitarsi con foga per afferrare un futuro che sembra vogliono farci credere che ci possa sfuggire dalle mani.
E' una follia.
Se il tempo non esiste il futuro è già qui e gioca
con il passato ed il presente: bisogna aprire gli occhi, iniziare a
guardarlo e farci amicizia.
granelli di tempo dentro una clessidra. |
Standing ovation! :)
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